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Re, principesse, nani di corte, sirenette, streghe, creature misteriose, paesi fantastici e atmosfere suggestive, questi gli ingredienti di cui Wilde si serve per costruire quattro favole che per certi versi rientrano appieno in questo genere e per altri lo sovvertono. Wilde ci proietta in un mondo fiabesco per confutare, come è solito fare, convenzioni e clichè. Il suo spirito eccentrico e anticonvenzionale aleggia in ogni pagina ammiccando al lettore che resta immancabilmente di stucco. Queste fiabe, più per adulti che per bambini, sono prive di finalità didascaliche e si presentano piuttosto come pure invenzioni, frutto del genio esibizionista dell'autore, dotate di un'antimorale o meglio della morale wildiana dell'immoralità. Le descrizioni estremamente estetizzanti e la scrittura densamente simbolica contribuiscono ad ammaliare il lettore che finisce per condividere la visione dell'autore. Wilde non ci delude neppure questa volta, regalandoci una raccolta di favole che non tradisce il suo stile.